I morti ricordano. Ricordano molto più di quanto non facciamo o non vogliamo fare noi, immersi come siamo nel flusso di un tempo contingente e fluttuante, che è però solo velato simulacro di quell’atemporalità, di quello stato assoluto dell’essere in cui essi esistono. Ricordano e sono testimoni e di quanto fecero e di quanto subirono; e di quanto vollero e di quanto non vollero; e di quanto furono e di quanto non furono. La loro testimonianza è insopprimibile, non la si può tacitare, nemmeno cancellandone la memoria, nemmeno deformando o alterando quella memoria a nostro uso e consumo, perché non c’è infinitesimale particella o microtraccia del loro passaggio che non sia stata lasciata a noi in eredità, che non si sia radicata a segnare il corso delle cose, nemmeno se volessimo impiegare l’intera vita a sradicarla da noi o da questo mondo.
Loro ricordano…
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Grazie Paolo
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