Questo canto fu scritto, come ci assicura l’autografo, a Pisa, il 15 febbraio 1828. Nulla più che uno scherzo è veramente questa favoletta allegorica per mezzo della quale il Leopardi, rappresentando se stesso come un garzone apprendista nell’officina delle Muse, vuole esprimere un suo giudizio critico sulla poesia dei suoi tempi; poesia, secondo lui, improvvisata e mai sottoposta dai vari scrittori a quel labor limae, ossia a quel processo di meditazione, di revisione, di rielaborazione che solo può produrre vere e durature opere d’arte.
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